Polifemo, Scilla e le sirene

41°00’33.5″N 9°34’36.1″E

Gli imprevisti sono il sale del marinaio, anche se di sale ne ha già abbastanza. La mitologia ci insegna che col mare si impara a convivere ma poi personaggi nemmeno salmastri si mettono di mezzo a scompigliare l’intreccio. Nella fattispecie, il mio ciclope è il comune di Olbia che come ogni anno, ed è già il secondo che mi frega, organizza nel primo weekend di Giugno il rally di Sardegna, impedendo l’ormeggio al Molo Brin, comunale, e rimuovendo la mia moto che avevo lasciato in un regolare parcheggio. Molo Brin inagibile, moto rimossa. Rapido pensiero pragmatico, chiamo Porto Marana, un porticciolo per barche con pescaggio massimo di 2 metri a 0,5 miglia di qui. Hanno posto, spesa minore della marca da bollo per il molo comunale, entro a 1 nodo di velocità avendo letto commenti di barche con pescaggio come la mia, 1,95 metri, aver toccato. Tutto fila liscio, sotto la pioggia mi dirigo alla stazione di Marinella, la mia Scilla, e aspetto un autobus sostitutivo. Arrivo alla stazione di Olbia, cammino e preventivo come da tabellone un’attesa di 47 minuti dell’autobus per il deposito giudiziario. Che invece passa alle mie spalle dopo 30 secondi. Per fortuna il traffico rallenta lui e favorisce la mia corsa. La sua tratta però si ferma 1 km prima del deposito, era la corsa degli studenti, vuota ovviamente, ma va tutto bene. Ritrovo Acciughetta, che mi guarda colpevole: non la posso lasciare un attimo – un mese – da sola. Prendo la moto e la porto a Cagliari, dove conto di arrivare un altro mese dopo. Il giorno successivo sono di nuovo in barca, mi risposto di mezzo miglio, starò all’ancora qui fino al 10 quando suonerò a Golfo Aranci, raccontando il mare con i suoi e i miei suoni. Qui le parole, lì la musica.

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