42°26’06.0″N 3°10’33.8″E
Le linee immaginarie che separano le appartenenze per mare non si vedono. Devo ammettere che sulla terra sembra che gli uomini si siano distribuiti riconoscendosi nelle diverse nature, perché tra Francia e Spagna la roccia cambia, come gli alberi. Per mare no, bisogna guardare dall’altra parte dell’orizzonte per cogliere di star valicando qualcosa. Così partito da Port Vendres e dopo aver fatto un inchino a Coullier, centro gravitazionale del Fauvismo, ho messo la prua verso sud per entrare nei territori catalani. Attraverso il confine a motore spento, salutato da innumerevoli pesci luna, e inizio un lento pellegrinaggio nelle magnifiche insenature della costa brava. Complice la solitudine e l’assenza di costruzioni, sembra di essere arrivati su un pianeta straniero. Il mare si infila nella roccia per metri e metri, gira in anse e ci si ritrova prigionieri di calcare e basalto. Fondali profondi, silenzi granitici. Ancora una volta, incredibile. Pranzo in compagnia di due gabbiani all’ancora nella cala Culip, poi passo per cala Jugadora e perdo il conto delle immagini che imprimo nella memoria. Infine approdo a Roses, dietro un promontorio ben protetta dal maestrale. Ci passerò due notti, perché nonostante il vento sia nella direzione giusta sento di non aver bisogno di questo confronto sta volta scontato, mentre ho davvero bisogno di riposare e fermare un attimo il ritmo. Roses è allegra, moderna, spagnola, la birra costa molto, molto meno e il chiosco a ridosso del porto è delizioso. Il porto svela una gestione totalmente diversa da parte della nazione, due marinai mi aiutano da terra e dall’acqua con l’ormeggio, tutto è iper efficiente e i costi sono la metà dei porti francesi. Io sono confuso con le lingue, ormai mi faccio capire ma non so cosa sto dicendo. Mi perdo negli idiomi e mi lascio scoprire i luoghi dove sono capitato per caso. Roses ha una cittadella militare dai tempi dei greci, poi romana, e un lungomare turistico che in estate deve essere terrificante. Roses è allegra, moderna e spagnola.