41° 23′ 11,4″ N 002° 12′ 09,8″ E
Sant Feliu de Guixols è il paesino infilato in un’ansa della costa che mi ha ospitato per una notte, abbastanza a sud ovest da rendere Barcellona una meta comoda per il giorno successivo. La pioggia scrosciante subito dopo l’ormeggio e incessante per tutta la notte mi ha permesso di vedere una versione sonnacchiosa pomeridiana, un insediamento ordinato e sicuramente comodo per una villeggiatura estiva. Qui i porti sono estremamente dettagliati e serviti da una professionalità che stride con il servizio effettivo. Cancelli, badge, prezzo alti per una nautica che sembra il fine di se stessa. Immagino un diporto selvaggio nei mesi caldi, ora un benessere diverso da quello francese mi fa essere l’unica barca in giro. Parto con un vento al traverso che si spegne dopo un paio di ore, ma una termica viene in mio aiuto dopo un’altra oretta e lo skyline di Barcellona inizia a delinearsi. Dal traverso al lasco, si naviga comodi fino a distinguere l’enorme ex centrale termica con le sue tre ciminiere, vestigia e pare vanto di un’epoca passata. Il port Olimpic risponde con la cadenza di una pratica burocratica, un modo di fare fastidiosissimo per chi ha da pensare ai venti e non può soffrire una controparte dietro la scrivania che ignora domande basiche, domande che dovrebbero essere educazione e non vere richieste perché un porto al marinaio non è possibile negarlo. In ogni caso la mia volontà è più forte della loro indolenza e chiamati alla radio vengono con attitudine gentile ad assistermi per farmi ormeggiare provvisoriamente davanti all’ufficio per il check-in. Check-in, booking, dati, depositi, condizioni, clausole; quanto siete lontani dalla salsedine pur vivendoci a ridosso? Di questo passo, non offrirete mai un bicchiere alla persona appena incontrata solo per sapere che viaggio ha fatto. Mentre le carte volano sui tavoli, una grandinata investe la città, mi stava aspettando sulla collina di Montjuc e devo ammettere che si è comportata bene. Aspetto mentre guardo Senza Vergogna accumulare ghiaccio dalla vetrata dell’ufficio, una sensazione piacevole. Barcelona è una città, nel senso negativo del termine, le sue metro mi risucchiano fino ad un evento casuale, sfilo bar con offerte riconoscibili e senza valore aggiunto se non l’incontro con altre persone bisognose di un altro luogo rispetto al proprio. Se avessimo lasciato i porti aperti, le banchine sarebbero il centro della movida e i pozzetti i locali, ogni volta diversi ogni volta personali, a un decimo del prezzo e con la leggerezza per chi volesse gestire una locanda di poter proporre altrettanta personalità. Io l’ho visto, è bello, basterebbe mettere un freno a varie cose, ma è un altro argomento, mi piace restare concentrato sul mare e sul viaggio, anche quello che mi porta lontano da posti che non mi piacciono.